“Una vita da assorbente”: un viaggio ironico e riflessivo attraverso il ciclo della vita.


Ci sono libri che divertono, libri che fanno riflettere e libri che, con una buona dose di ironia, riescono a fare entrambe le cose. Una vita da assorbente di Lorena Silvia Sambruna è uno di questi. Il libro esplora il concetto dell’assorbente non solo come oggetto d’uso quotidiano, ma come potente metafora dell’esistenza umana, un protagonista ricco di personalità e introspezione. Attraverso aneddoti spassosi, personificazioni stravaganti Lorena offre al lettore un percorso esilarante e illuminante. La metafora dell’assorbente diventa il filo conduttore per esplorare temi come la vulnerabilità, il cambiamento e la capacità di “assorbire”, non solo ciò che la vita ci presenta, ma anche emozioni, dolori e gioie.
Chi avrebbe mai pensato che un semplice assorbente potesse raccontare qualcosa di così profondo? Eppure, l’autrice ci riesce con originalità, l’approccio è leggero, ma il messaggio è forte. Seguendo il “ciclo vitale” di questo prodotto, il libro tocca vari temi il tutto condito da ironia, da una narrazione brillante e a tratti surreale.
A impreziosire il libro, ci sono anche vignette umoristiche di Marco Fusi che accentuano il contrasto tra leggerezza e profondità.
L’autrice gioca con l’assurdità della situazione, facendo ridere il lettore ma al tempo stesso spingendolo a riflettere. Adatto a chi ama le storie fuori dagli schemi e i racconti che, dietro l’ironia, nascondono delle verità.
“Una vita da assorbente – dichiara Lorena Silvia Sambruna – nasce dall’idea di esorcizzare, di sdrammatizzare l’assorbente, il pannolino, il tampax, chi più ne ha più ne metta, ma anche come metafora della vita “assorbire” i nostri dolori e le nostre gioie. Esistono persone molto sensibili, empatiche, che assorbono anche le emozioni altrui. La capacità di mettersi nei pannolini dell’altro. Come un assorbente trattiene e gestisce il flusso, così anche noi assorbiamo e affrontiamo le emozioni quotidiane.
Volevo raccontare qualcosa di originale con ironia. L’assorbente è un oggetto di uso quotidiano, ma spesso trattato come un tabù. Ho pensato: e se fosse lui a raccontare la sua storia? Da lì è nata la metafora della vita attraverso il suo “ciclo vitale”.
Ho affrontato argomenti complessi come la fragilità emotiva, le sfide della quotidianità e i cambiamenti legati alla menopausa. Ogni pagina è una sorpresa: dall’introduzione dove l’assorbente si racconta con autoironia, fino alle riflessioni più intime.”
Non mancano le parentesi toccanti, come il racconto dell’esperienza personale con la malattia, affrontata con un’incredibile forza interiore e una dose di ironia che è diventata parte integrante del suo percorso di guarigione.
Nel libro c’è persino un capitolo surreale, il racconto di che cosa accadrebbe se il ciclo mestruale fosse un’esperienza maschile invece che femminile.
Il libro si rivolge a tutti, uomini e donne, giovani e meno giovani, e Lorena invita a cercare di non “assorbire” troppo le situazioni negative, che potenzialmente potrebbero nuocere al nostro corpo. “Mettiamo le ali come un assorbente e voliamo via da tutto quello che è nocivo per noi.”
In sintesi, “Una Vita da Assorbente” è più di un libro: è anche un invito a ridere di noi stessi e delle situazioni quotidiane, a trovare la forza nella vulnerabilità e a scoprire che anche un semplice assorbente può insegnarci lezioni di vita.
Consigliato a chi cerca una prospettiva fresca, ironica e al contempo illuminante sulla complessità della vita.
Note sull’autrice.
Milanese, autrice e poetessa, da sempre affascinata dal mondo dell’arte e della creatività, Lorena Silvia Sambruna ha al suo attivo diverse pubblicazioni:
AMICHE DEL CACTUS scritto insieme a Diletta Della Casa (prefazione di Alessandra Comazzi, frase sulla fascetta di Pupi Avati) e presentato nel 2014 e nel 2015 al Salone Internazionale del libro di Torino.
UN BEL POSTO SI CHIAMA POESIA (prefazione di Alessandra Comazzi – introduzione di Mirella Marabese Pinketts – frase sulla fascetta di Catena Fiorello Galeano – opera in copertina di Ivano Parolini – opere interne al libro dell’artista spagnolo Carlos Prieto).
DOPPIO VERSO scritto insieme a Lorenzo Pugliese (frasi sulla fascetta di Enrico Beruschi e di Franco Fasano – prefazione di Alessandra Comazzi – vignette di Marco Fusi -opere in copertina di Fabrizio Braghieri).
SVENIRE DAL RIDERE – Spesso e volentieri, realizzato con il vignettista Marco Fusi (frasi sulla fascetta di Ivan Cattaneo).
MENU’ POETICO scritto insieme a Vittorio Giovanelli (opera in copertina di Lucio Nocentini – prefazione di Lorenzo Beccati – frase sulla fascetta e opere interne di Giuliano Grittini).
POESIE E DELITTI scritto insieme a Stefania Romito (prefazione di Fabrizio Carcano).
Dal 2025 fa parte del progetto internazionale “Duse Centenario” – “In viaggio con Eleonora Duse”, ideato per celebrare e riscoprire la vita e l’opera di Eleonora Duse.