Siria e Libano: aggiornamenti politici
Siria: ONU, Brahimi sta premendo fortissimo per tregua durevole
Anas Azrak, Damasco – Il mediatore internazionale Lakhdar Brahimi sta “premendo fortissimo” per un cessate-il-fuoco in Siria, così come sta facendo lo stesso segretario generale delle Nazioni Unite, Ban Ki-moon, poiché “questo è un momento estremamente importante”: lo ha assicurato il portavoce del Palazzo di Vetro, Martin Nesirky, secondo cui l’inviato speciale dell’Onu e della Lega Araba punta a una tregua non semplicemente temporanea, come quella da lui dapprima proposta in coincidenza con l’imminente ricorrenza islamica di Eid al-Adha, bensì “duratura” e quindi in grado di “permettere lo svolgimento di un processo politico”.
Nesirky ha aggiunto che Brahimi, il quale si trova attualmente al Cairo, si collegherà in video-conferenza con il Consiglio di Sicurezza per illustrargli l’esito dei propri colloqui durante la recente missione nella regione, che l’altro giorno lo ha visto tra l’altro conferire a Damasco con il presidente siriano Assad in persona. “Resta però da vedere che cosa succederà”, ha concluso laconicamente il portavoce Onu, alludendo alle spaccature in seno al Consiglio tra i Paesi occidentali, da un lato, e Russia e Cina, dall’altro.
Siria: Mosca, ai ribelli arrivano armi USA su voli di linea. Maggioranza turchi contrari a intervento in Siria
Yara Saleh, Damasco – I ribelli siriani usano missili terra-aria da spalla di diversa provenienza, compresi Stinger di fabbricazione statunitense, che potrebbero essere portati in Siria tramite voli di linea. Oltre la testimonianza degli esperti siriani, lo ha dichiarato all’agenzia Interfax, Nikolai Makarov, capo di Stato maggiore delle forze armate russe. Il generale – il cui Paese rappresenta il maggiore sostenitore della Siria, ha poi sottolineato che non é chiaro chi abbia fornito tali armi ai ribelli. Makarov ha ipotizzato che i missili possano essere arrivati in Siria dall’estero, su diversi mezzi di trasporto, compresi voli passeggeri.
“Per questo fine – ha aggiunto – tutti i tipi di trasporto potrebbero essere stati attivati, compresa l’aviazione civile. Si tratta di una questione molto seria”. All’inizio del mese, la Turchia ha costretto all’atterraggio un volo di linea siriano partito da Mosca e diretto a Damasco sulla base di informazioni che parlavano di un carico russo di armi illegali destinato al regime siriano.
Accusa respinta da Mosca, ma che ha rischiato la crisi diplomatica tra i due Paesi. Nel frattempo cresce l’opposizione alla guerra criminale contro la Siria. Una netta maggioranza della popolazione turca rimane ostile a qualsiasi coinvolgimento militare del paese nella crisi siriana, secondo un sondaggio Edam-Tns reso pubblico oggi ad Ankara. Il 51% delle persone interrogate ha detto che la Turchia deve rimanere non coinvolta e imparziale nella crisi senza favorire una delle parti, riferisce Hurriyet online, mentre solo un 10% si é dichiarato favorevole a una partecipazione militare nel quadro di una forza di pace Onu o Nato.
Il governo turco del premier islamico nazionalista Recep Tayyip Erdogan é schierato con i ribelli sunniti anti Assad e ha ammassato truppe e blindati lungo la frontiera dopo una serie di incidenti di confine che nelle ultime settimane hanno spinto i due paesi sull’orlo di un conflitto.
Libano: Presidente Suleiman pensa a nuovo governo. Consultazioni in corso, si valuta possibilità di sostituire esecutivo Mikati.
Basma Chibani, Beirut – Il presidente libanese Michel Suleiman ha avviato consultazioni con le forze politiche locali per verificare la possibilità di cambiare l’attuale governo, come reclamato dall’opposizione. Nell’attuale esecutivo guidato da giugno 2011 da Najib Mikati, il movimento della Resistenza libanese Hezbollah, vicino alla Siria e all’Iran, occupa con i suoi alleati una parte preponderante.
“Il capo dello Stato ha cominciato le sue consultazioni con le principali personalità del paese per discutere della possibilità di formare un nuovo governo”, ha detto un alto responsabile del palazzo presidenziale a condizione di anonimato. “Se questo dialogo dovesse portare a un accordo sulla forma del nuovo governo che potrebbe fare uscire il Libano dall’impasse, allora Mikati potrebbe presentare le sue dimissioni e potrebbe iniziare il processo di formazione del nuovo esecutivo”, ha proseguito la fonte.
Il leader dell’opposizione, Saad Hariri, ha già comunicato al presidente Suleiman la necessità che ogni discussione a questo proposito dovrà avere come precondizione quella della dimissioni dell’attuale gabinetto. Il capo della Lega Araba, Nabil al-Arabi, ha telefonato al ministro degli Esteri libanese, Adnan Mansour, per esprimere appoggio al governo di Beirut e condannare l’assassinio dell’ex direttore dell’intelligence della polizia libanese, il generale Wissam al-Hassan, ucciso in un attentato venerdì scorso nella capitale del Paese dei cedri.
Lo ha riferito l’agenzia d’informazione ‘Nna’. Nel corso del colloquio, al-Arabi ha sottolineato l’importanza di preservare la pace in Libano, precisando che la Lega Araba sostiene l’unita’ della popolazione. Il capo dell’organismo panarabo ha quindi auspicato che il Paese “superi i suoi problemi”. A seguito dell’attentato contro al-Hassan, sono scoppiati scontri in tutto il Libano, in particolare a Tripoli e Beirut, in cui sono morte almeno 3 persone. Nel corso delle operazioni condotte dall’esercito per riportare la calma sono stati arrestati un centinaio di sospetti.
Talal Khrais