Palestina: 170 bambini arrestati da Israele dall’inizio del 2013
In un comunicato stampa diramato martedì 9 luglio, il professore di diritto internazionale, Hanna Issa, ha dichiarato: “Arrestare i bambini e sottoporli ai domiciliari sono i principali metodi che l’occupazione impiega per uccidere l’infanzia. I continui arresti contro i bambini gerosolimitani hanno provocato in loro crolli psicologici, trasformando il bambino da un combattente per la libertà, cresciuto nelle propria patria, che cerca di affermare i propri diritti, in un bambino lontano dai suoi diritti, dalla realtà e dalla patria. I giovanissimi arrestati soffrono di traumi psicologici e perdita di capelli, causati dalle condizioni della detenzione, e dall’impossibilità per i genitori di proteggerli”.
Issa ha spiegato che i quartieri di at-Tur, al-Issawiya, Silwan e la Città Vecchia, sono quelli più colpiti dagli arresti di bambini. Ha sottolineato che gli arresti avvengono di notte per mano delle forze speciali israeliane. “Esse irrompono in modo barbaro nelle case dei ragazzini, strappandoli dalle braccia dei genitori, per farli sentire insicuri. Usano la violenza e le manette senza alcuna moderazione né giustificazione. I bambini sono sottoposti ad indagini in assenza dei genitori, non possono andare in bagno né bere l’acqua, e sono costretti a confessare di aver lanciato pietre. Oltre alla costante pressione, fisica e psicologica alla quale sono sottoposti”, ha aggiunto Issa.
Ha anche spiegato che le autorità di occupazione hanno imposto gli arresti domiciliari, per lunghi periodi, a decine di bambini palestinesi di Gerusalemme. Ha sottolineato la situazione difficile in cui versa tutta la famiglia del bambino agli arresti domiciliari, che non può allontanarsi da casa né recarsi a scuola.
Redazione online