Malpensa ancora nei guai

Un duro colpo per il sogno di Malpensa di ritornare a essere un hub internazionale. La principale linea area tedesca ha infatti deciso di chiudere, a partire dal prossimo 29 ottobre, Lufthansa Italia, che molti speravano si potesse trasformare, col tempo, nella compagnia di riferimento per i collegamenti internazionali dello scalo lombardo. «La risposta iniziale del mercato era stata buona», ha dichiarato il ceo del gruppo tedesco, Christoph Franz, «ma il calo delle tariffe in Europa e il livello elevato di competizione sperimentato nel Vecchio continente non ci ha permesso di creare un network profittevole con un brand indipendente». Le tratte della compagnia in dismissione, ridotte di numero, saranno coperte dai vettori Lufthansa e Air Dolomiti. «Nel 2010 Lufthansa Italia ha rappresentato circa il 3% del nostro fatturato, con circa 1,2 milioni di passeggeri sui 18,7 milioni totali del 2010», è stata così la pronta risposta di Sea, la società in carico della gestione dello scalo lombardo, che in una nota ufficiale ha cercato di minimizzare gli effetti della notizia. «Tale volume potrà essere facilmente assorbito da altri vettori che già operano i medesimi collegamenti, senza l’attuazione, da parte nostra, di alcuna specifica strategia commerciale». La versione ottimistica fornita da Sea è stata tuttavia subito messa decisamente in discussione dall’ex ad della stessa società di gestione aeroportuale, Giorgio Fossa, che in una quasi contemporanea intervista a Repubblica ha criticato le istituzioni pubbliche (in particolare la recente decisione, da parte del comune di Milano, di prelevare 110 milioni di euro di dividendo straordinario dalla cassa degli aeroporti) e ha sottolineato come il management Sea sia sì riuscito «ad attirare in Lombardia altre compagnie, ma con voli punto a punto, che in caso di crisi economica possono essere cancellati dalla sera alla mattina».