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Le responsabilità della Turchia nei confronti degli armeni

Le responsabilità della Turchia nei confronti degli armeni

Redazione

«Questo popolo ha sostenuto lotte che lo hanno minacciato di rovina, ma esso le ha superate tutte, è forte e sano e fiorente. L’uomo del Caucaso non conosce gli alti e i bassi della borsa di New York, la sua vita non è una corsa sfrenata al successo, esso ha il tempo per vivere e sa procurarsi il nutrimento per vivere scuotendo i frutti degli alberi e macellando il gregge», Kostan Zarian.     Tra il 1914-1918 si compie in Turchia, nell’area della dominazione dell’impero ottomano, il genocidio del popolo armeno dimenticato da tutti noi. Nel 1908 il governo dei Giovani Turchi attua l’eliminazione dell’etnia armena, presente nell’area anatolica. Nella stima degli storici perirono i due terzi degli armeni dell’Impero Ottomano, circa 1.500.000 di persone. Non ci furono distinzioni durante i crudeli massacri: bambini islamizzati e le donne inviate negli harem. Oggi con l’aiuto della Turchia di Erdogan si perpetuano stessi massacri ad opera dei jihadisti inviati attraverso il confine turco per uccidere un’altra volta: armeni, cristiani ed altre minoranze etniche.    La deportazione e lo sterminio del 1915 vennero preceduti dai pogrom del 1894-96 voluti dal Sultano Abdul Hamid II e da quelli del 1909 attuati dal governo dei Giovani Turchi. Le responsabilità dell’ideazione e dell’attuazione del progetto furano parte del programma dei Giovani Turchi,“Ittihad ve Terraki” (Unione e Progresso). Quest’anno  ricorre il 97° anniversario del genocidio degli Armeni, una delle pagine più aberranti della storia del ‘900. Noi del centro Italo Arabo ne onoriamo  la memoria  per non dimenticare questa tragedia che come altre avvenute – Sabra e Chatila, il massacro di Qaana in Libano – genocidi  impuniti a causa di interessi economici e o strategici come nel caso della Turchia. Ieri come oggi, sia il vecchio impero ottomano che il nuovo non riconoscono i loro crimini. Forse l’unico Paese che ha avuto il coraggio di tenere viva la memoria è la Francia, che denunciando la posizione turca ha affermato che l’Unione europea non fa per Ankara: l’ex presidente francese Nicolas Sarkozy ha ribadito la sua posizione sulla candidatura di Ankara all’Ue durante una visita in Armenia. “La mia posizione su questo tema rimane immutata. La mia personale convinzione è che l’Ue non faccia per la Turchia”, ha detto Sarkozy durante una conferenza stampa congiunta col presidente armeno Serzh Sarkosian. A differenza dell’Italia ed altri Paesi europei, la Francia si auspica, come tutti coloro che non vogliono che si ripetono altri genocidi, che la Turchia riconosca il genocidio degli armeni del 1915 in tempi abbastanza brevi. Non spetta a noi come Centro Italo Arabo/Assadakah  dare un ultimatum perché la Turchia faccia il suo dovere ma come Associazione di amicizia anche con il popolo armeno, lotteremo per fare luce sui quegli anni, in particolare 1915-1911. L’Armenia malgrado le gravi ferite che ha subito, prosegue una politica di pace e di cooperazione con tutti i vicini. L’anno scorso è stato raggiunto un accordo tra la Repubblica Islamica dell’Iran e la Repubblica Armena per la realizzazione di un gasdotto da 240 milioni di dollari. La pipeline partirà dalla città di Tabriz a nord-ovest dell’Iran, la quantità di gas da trasportare è ancora da definire e le forniture serviranno per le centrali petrolchimiche del paese. Sempre l’anno scorso è stato firmato un importante accordo con la Romania. La Romania e l’Armenia sosterranno lo sviluppo del trasporto ferroviario sulla rotta Europa-Asia, in attuazione del Protocollo della terza riunione della commissione intergovernativa romeno-armena svolta oggi a Bucarest. Il protocollo  è stato firmato dal ministro romeno dei Trasporti e dal suo collega armeno. Nella riunione intergovernativa del marzo scorso per il settore industriale è stato raggiunto un accordo per la promozione reciproca di prodotti e servizi del settore, tramite missioni economiche, fiere specializzate e scambi d’esperienze tra specialisti del settore della ricerca e dell’innovazione. Inoltre le autorità romene si sono impegnate ad assistere l’Armenia nell’ armonizzazione della sua legislazione con quella europea, introducendo concetti innovativi nella strategia industriale e nella politica di assorbimento dei sostegni finanziari europei. Il protocollo firmato nella capitale romena prevede fra l’altro anche l’opportunità per il ministero romeno dell’Economia di fare opera di promozione presso le imprese romene, perché investano nello sfruttamento dei giacimenti di petrolio e gas naturale presenti sul territorio dell’Armenia. L’Ambasciata d’Italia a Jerevan ha organizzato sempre nel mese di marzo un workshop per rafforzare le relazioni economiche e commerciali tra Italia e Armenia. L’iniziativa serve allo sviluppo della reciproca conoscenza tra gli imprenditori dei due Paesi, per cogliere le opportunità emergenti delle rispettive realtà economiche. In questa prospettiva, particolare attenzione sarà dedicata agli strumenti per aumentare la cooperazione e al ruolo delle piccole e medie imprese italiane e dei distretti industriali.

di Talal Khrais

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