La Jihad mondiale è religione, politica o business? Parte 2
Nei prossimi anni i Balcani potrebbero diventare una zona “calda” nell’offensiva dell’Islam radicale in Europa. L’attenzione degli esperti in questi ultimi mesi è stata rivolta soprattutto al Montenegro. Da una tranquilla località della repubblica sì è iniziato a ricevere con incredibile frequenza segnalazioni sulle attività dell’Islam radicale.
Così, qualche tempo fa sono comparse anche delle informazioni sulla detenzione di famiglie serbe che hanno adottato l’ideologia e le pratiche wahhabita. Durante la perquisizione il capofamiglia e il figlio sono stati trovati in possesso di armi e munizioni. Come si è poi scoperto, gli uomini “andavano periodicamente a fare la guerra in Siria” per sostenere i loro alleati nella lotta contro Bashar al-Assad.
Circa nello stesso periodo, nel nord del Montenegro, vicino al confine con il Kosovo, si è tenuto un incontro tradizionale, una specie di “campo” di wahabiti. È stata organizzata sotto le bandiere della Turchia e dell’Arabia Saudita. Secondo gli ultimi dati, adesso nella parte nord-orientale del Montenegro (prevalentemente musulmana, e la più povera del paese) vivono almeno duecento seguaci dell’Islam radicale. Non sembra un numero poi così elevato, ma l’NSA è comunque preoccupata per la crescita di simili sentimenti, e mette in guardia su una possibile minaccia diretta per il paese.
Ma in Bosnia-Erzegovina, i wahabiti sono spesso addestrati nelle palestre delle scuole, e inoltre l’esistenza di campi di addestramento e di autentici gruppi armati sotto l’egida di “Al- Qaeda”, è nota da tempo. È stato anche provato che i militanti addestrati nel territorio della Bosnia-Erzegovina sono stati coinvolti negli attentati ai treni di Madrid nel 2004. La situazione, da allora, a quanto pare non è particolarmente cambiata: sui corpi dei combattenti dell’opposizione siriana rimasti uccisi, sono stati spesso rinvenuti passaporti bosniaci. L’ultima notizia di questo tipo porta la data del 27 settembre scorso.
Anche la Macedonia sembra avere familiarità con l’islamismo radicale. Secondo l’esperto di sicurezza macedone Ivan Babanovski, ci sono stati alcuni raduni di “Al- Qaeda” nella parte del territorio della Repubblica che era controllata dai terroristi dell’“Esercito di Liberazione Nazionale”. Queste sono le truppe che hanno invaso la Macedonia dal Kosovo nel 2001. A proposito, oggi in Kosovo, nel grande campo di Kačanik, guidato dai veterani dell’“Esercito di Liberazione”, vengono formati dei volontari che vengono poi mandati a combattere in Siria.
Se si mettono insieme tutti questi fatti, diventa chiara la posizione delle capitali europee e di Washington. Quello del “Kosovo Indipendente” è un progetto degli Stati Uniti e dei suoi alleati, e quasi nulla accade qui all’insaputa degli alti protettori. Purtroppo, questo è solo un punto nella vasta geografia di campi di addestramento dei combattenti che sono finanziati dall’Occidente, ha spiegato a “La Voce della Russia” l’esperto tedesco, Dr. Hans Krech:
Su questo argomento è stata fatta una considerazione molto interessante dalla rispettata rivista statunitense “Defense and Foreign Affair Strategic Policy”, pubblicata qualche mese fa. Se si deve credere a questo rapporto, i servizi dell’Intelligence degli Stati Uniti hanno preparato per molti mesi in Giordania tremila combattenti per l’attacco a Damasco. Avevano già provato a farlo una volta, ma erano rimasti bloccati in alcuni scontri con altri gruppi di ribelli che aveva impedito loro di avanzare. Forse questo è stato progettato come parte della rappresaglia americana per l’uso di armi chimiche, e nelle riviste arabe ho letto che anche i servizi segreti francesi sarebbero coinvolti nell’addestramento dei combattenti.
Igor Siletskiy di “La voce della Russia”