La grande Jihad, religione o soldi?
In molti paesi d’Europa e anche nel resto del mondo gia’ da tempo e con successo funzionano i campi di addestramento degli islamisti radicali. Ultimamente emergono sempre nuovi fatti che confermano la complicita’ dei combattenti con passaporto europeo in grandi atti terroristici e il loro coinvolgimento nelle vicende della “primavera araba” e nella guerra civile in Siria.
Una ragazza francese di 20 anni tramite Internet ha cercato di contattare una grande rete terroristica. La polizia francese ha agito con molta professionalita’ e la ragazza e’ stata fermata. Tuttavia, pur occupandosi di casi specifici, le autorita’ dei paesi europei preferiscono chiudere un occhio sul problema globale: dopo ogni azione dei terroristi si continua a dire che si tratta di un caso isolato. Tale e’, per esempio, l’opinione di Alain Chouet, esperto di European Security Intelligence and Strategy Center.
E’ solo un episodio di cronaca criminale: ci sono dei giovani che vogliono sapere dell’attivita’ di Al Qaeda e usano per questo Internet. Non si deve sopravvalutare questo fenomeno: in Francia ci sono cinque milioni di musulmani, ma i casi di cui stiamo parlando sono pochissimi.
In Belgio quello che sta accadendo in Francia e’ visto diversamente. Dice Anne-Marie Lizin, presidente onorario del Senato belga.
Sia in Francia che in Belgio vediamo la stessa cosa: c’e’ chi continua a reclutare i giovani, e anche persone di mezza eta’, nelle file del Jihad. La gente va a combattere per soldi, perche’ ci sono alcune potenze che finanziano queste operazioni.
Un altro punto caldo sono i Balcani. Secondo gli osservatori questa zona rischia di diventare un caposaldo degli islamisti radicali in Europa. Negli ultimi mesi dal Montenegro giungono regolarmente notizie che confermano l’attivismo dei sostenitori dell’Islam radicale. Il fenomeno e’ conosciuto bene anche in Macedonia. Secondo l’esperto macedone Ivan Babanovski, Al Qaeda aveva organizzato dei suoi campi di addestramento nella parte del paese controllata dai terroristi dell’Esercito di liberazione nazionale.
I fatti di cui sopra fanno capire i motivi che guidano i governi d’Europa e di Washington. Il Kosovo indipendente e’ una creatura degli USA e dei loro alleati. L’esperto tedesco Hans Krech, intervistato da La Voce della Russia, ha rilevato che in Kosovo nulla accade all’insaputa dei suoi protettori.
Una relazione molto interessante e’ stata pubblicata un paio di mesi fa dalla rivista americana “Defense and foreign affair strategic policy”. A credere agli autori di questa relazione, gia’ da molti mesi gli USA stanno addestrando in Giordania 3 mila combattenti che intendono usare in Siria contro il governo di Damasco. Sulle riviste arabe poi ho letto che anche i servizi segreti della Francia sono coinvolti nell’addestramento dei ribelli.
Si danno da fare anche gli alleati orientali della NATO, tanto piu’ che gli eventi degli ultimi tempi, in particolare il conflitto in Siria, li riguardano da vicino.
Gli slogan con i quali vanno a combattere gli estremisti islamici sono tradizionali: lottare contro gli infedeli e creare un grande stato islamico. Il veterano dei servizi segreti russi Sergej Gontcharov crede pero’ che in realta’ la maggioranza dei “combattenti islamici” non siano altro che mercenari.
Chi e’ che combatte in Siria? Una massa di mercenari confluiti da tutto il mondo. Sono proprio dei mercenari che nella maggioranza dei casi combattono per soldi.
Igor Siletskiy di “La voce della Russia”