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La dieta che salva il cuore

La dieta che salva il cuore

Redazione
Alimenti a basso contenuto calorico e di sale, cotture semplici e naturali. Niente fumo e attività fisica moderata anche dopo un evento cardiaco. Questi i consigli degli esperti per pervenire le malattie cardiovascolarisalute_cucina

 L’Italia rischia di detenere un triste primato: quello del più alto indice di malattie cardiovascolari che, rappresentano la principale causa di morte con il 45% di tutti i decessi. Sono le ultime stime diffuse dal Centro Nazionale di Epidemiologia, Sorveglianza e Promozione della Salute, suffragate anche dal Progetto Cuore, condotto dall’Epidemiologia e prevenzione delle malattie cardiovascolari dell’Istituto Superiore di Sanità, che attesta un rischio globale medio assoluto di eventi cardiovascolare. Ma una attenzione alla dieta e agli stili di vita può contribuire ad allontanare questa evenienza.

CAUSE – Non è solo questione di predisposizione. Età, sesso maschile e familiarità sono solo una parte di fattori (quella non modificabile) che possono influenzare l’insorgenza delle malattie cardiovascolari, prime fra tutte l’infarto del miocardio, l’angina pectoris o l’ictus. Spesso però, dicono gli esperti, il cuore che fa le bizze è anche responsabilità personale: l’ipertensione arteriosa e il diabete mellito trascurati, i trigliceridi alti, il colesterolo ‘cattivo’ (LDL) in eccesso e il fumo – che sono i peggiori nemici del cuore – dipendono da uno stile di vita scorretto e sregolato. Invece nelle malattie cardiovascolari, corrette abitudini alimentari e comportamentali rappresentano il caposaldo della prevenzione secondaria, che non solo previene l’evento cardiovascolare ma anche aiuta a tenere sotto controllo la probabilità di una seconda manifestazione importante.

ALIMENTAZIONE – Non c’è una dieta ‘ad hoc’ in caso di convalescenza da malattia cardiaca, ma esistono invece delle buone regole alimentari, da mettere in pratica con regolarità e costanza, che aiutano a proteggere o a controllare il rischio di malattia. Specie per chi è reduce da una patologia cardiaca, gli esperti raccomandano di impostare una dieta che assicuri un corretto apporto di grassi, proteine, carboidrati e che elimini soprattutto le bevande alcoliche. Per mantenere il cuore in salute è bene:
–    In caso di sovrappeso e/o obesità (circonferenza addominale superiore a 88 cm per le donne e 102 per gli uomini) impostare con il medico curante o con uno specialista nutrizionista una dieta a basso contenuto calorico.
–    Ridurre il consumo di sale. Questo significa fare attenzione non aggiungere sale alle pietanze (o limitarsi ad impiegarne al massimo 3-5 gr al giorno) già cotte e a quello già presente all’interno dei prodotti industriali, ma anche a tutte quelle sostanze che dietro altri nomi – glutammato di sodio (ingrediente principale dei dadi da brodo), benzoato di sodio (presente nelle salse, nei condimenti e nelle margarine), citrato di sodio (esaltante di sapore dei dolci, gelatine e bevande) – mascherano un ulteriore contenuto di sodio (sale).
–    Consumare con parsimonia pane e prodotti da forno (biscotti, crackers, merendine, cornetti e cereali da prima colazione) che sono una fonte importante di introito di sale quotidianamente presente sulla tavola.
–    Evitare alimenti conservati sotto sale o sott’olio, precotti o preconfezionati e salse (come la maionese).
–    Abolire (o limitare al massimo) le bevande gassate, gli alcolici e superalcolici.
–    Prediligere condimenti semplici, come sughi di pomodoro o alle verdure per la pasta, e brodo vegetale per risotti, pasta o riso.
–    Non eccedere con l’assunzione quotidiana di vitamina K (il cui quantitativo va definito con il medico), specie se si è in terapia anticoagulante. Il consumo di alimenti ricchi di questa sostanza – broccolo, cavolo, verza, crauti, cavolfiore, lattuga, insalate, cavolini di Bruxelles, soia, maionese, fegato bovino – dovrebbe essere limitata a una sola porzione/die. Mentre sono da evitare, perché troppo ricchi di vitamina K, tè verde, lenticchie, spinaci, prezzemolo.
–    Preferire cotture al vapore, ai ferri, alla griglia e al cartoccio per carni e pesci; a lesso, al vapore o al forno per le verdure. Evitare in ogni modo le fritture.

FREQUENZE SETTIMANALI DI ALCUNI ALIMENTI – Non solo qualità del cibo, ma anche quantità corrette: è la seconda regola per ‘nutrire’ correttamente il cuore. Ecco, dai consigli degli esperti, gli alimenti che richiedono un consumo moderato o da preferire:
–    Ridurre gli insaccati (mortadella, salame, salsicce, wurstel) a 1 volta alla settimana. Nel caso, preferire prosciutto crudo dolce o cotto privati del grasso e bresaola.
–    Privilegiare le carni bianche (pollo, tacchino, coniglio) e limitare quelle rosse.
–    Incrementare il consumo di pesce a 3-4 volte la settimana, con preferenza di pesce azzurro ad alto contenuto di acidi grassi Omega3 che inibiscono l’aggregazione piastrinica.
–    Consumare 2 uova alla settimana.
–    Preferire i grassi di origine vegetale, quali l’olio extra vergine di oliva, evitando il più possibile quelli animali (burro, lardo, strutto, pancetta, panna).
–    Scegliere latte e yogurt scremati o parzialmente scremati.

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STILE DI VITA – Accanto alle regole di buona alimentazione, non va trascurato un corretto stile di vita che prevede:
–    attività fisica, da definire con il medico curate e/o lo specialista, facendo particolare attenzione a un programma graduale nelle 3-6 settimane successive alla dimissione dopo un episodio cardiaco, e alla presenza di concomitanti patologie. Resta fondamentale camminare almeno 1-2 km, 3 volte alla settimana, a passo normale e all’aria aperta.
–    Eliminare il fumo.

di Francesca Morelli
Consulenza: Prof. Alessandro Capucci, Professore Ordinario di Malattie dell’apparato cardiovascolare, Università Politecnica delle Marche, Ancona

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