Inghilterra, spioni d’Albione
Tre importanti società energetiche hanno condotto operazioni di intelligence sotto copertura tra le fila degli attivisti verdi britannici. Il gigante energetico tedesco E.On, il secondo produttore britannico di carbone Scottish Resources Group e la compagnia elettrica leader dell’isola, Scottish Power, avrebbero pagato per i servizi di una società di sicurezza privata che per mesi ha monitorato gli attivisti ambientalisti. Lo rivela un’inchiesta del quotidiano britannico Guardian. Secondo il giornale, le tre compagnie hanno incaricato una società di investigazioni di Canterbury, Vericola, di monitorare le attività di gruppi ambientalisti. La titolare della ditta, Rebecca Todd, si è iscritta alle mailing list di associazioni che organizzavano manifestazioni contro la centrale E.ON di Kingsnorth, il G20 di Londra e l’allargamento dell’aeroporto di Heathrow. Quindi ha girato le informazioni raccolte ai responsabili della sicurezza delle grandi compagnie energetiche.
Secondo gli attivisti, Todd ha anche partecipato costantemente agli incontri del gruppo ambientalista Rising Tide. Gli agenti della Vericola si infiltravano regolarmente alle manifestazioni di protesta. Todd ha replicato al Guardian di aver raccolto informazioni da comunicati pubblici e che le manifestazioni degli ambientalisti sono aperte a tutti. E.ON ha ammesso di aver incaricato Vericola di monitorare quando si sarebbero tenute le dimostrazioni e i tentativi di invadere i suoi impianti.
Infiltrare agenti nei gruppi ecologisti britannici è una pratica comune da parte della polizia di Sua Maestà. Il mese scorso, la scoperta di un poliziotto sotto copertura che per otto anni ha finto di essere un attivista ecologista, ha scatenato una tempesta sulla polizia britannica. Mark Kennedy si presentò sotto mentite spoglie nel 2000 agli ecologisti di Earth First. Da quel giorno rimase per nove anni, come insospettabile, nell’ambito dei gruppi militanti verdi, antagonisti e anarchici. Kennedy organizzò anche numerose e importanti azioni di protesta. Alla vigilia di una di queste, l’occupazione per diversi giorni della centrale elettrica di Ratcliffe-on-Soar, i 114 manifestanti che dormivano in una scuola prima dell’operazione furono arrestati. Kennedy fu scoperto, e rivelò che almeno altri quattro poliziotti ‘undercover’ operavano nelle fila degli attivisti.
La mano del giudice fu leggera (sentenze al massimo di 18 mesi con la condizionale), in quanto ritenne l’azione pacifica e condotta con nobili intenzioni. L’operazione della polizia costò ai contribuenti 350mila euro, lo stipendio di Kennedy 250mila euro l’anno. Mentre il ministero dell’Interno britannico ha condotto le operazioni di sorveglianza sotto copertura nell’interesse pubblico, le tre aziende sono sotto accusa per aver utilizzato agenzie di investigazioni per tutelare un interesse privato ad insaputa delle forze di polizia, mettendo così a rischio il lavoro degli stessi agenti di Scotland Yard. Il presidente dell’associazione degli ufficiali di polizia, Sir Hugh Orde, ha detto che l’utilizzo di soggetti che agiscono in modo incontrollato e senza alcun vincolo nel settore privato rappresenta una preoccupazione ‘enorme’ non solo per la polizia, ma anche per il governo britannico.