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Il direttore della tv siriana Al Akbarieh, questa è diventata la tv dei martiri

Il direttore della tv siriana Al Akbarieh, questa è diventata la tv dei martiri

Redazione

Combattiamo con l’informazione, i mercenari venuti da tutto il mondo per abbattere il Governo siriano.

Damasco. Sono le 10:00 del  27 luglio quando incontro il direttore della tv nazionale siriana al Akbarieh, Emad Sarah. All’ingresso i controlli sono minuziosi, gli agenti verificano le presenza di esplosivi e ci perquisiscono, l’allerta attentati è altissima, ce ne sono stati parecchi in questo periodo. Dallo scoppio del conflitto, questa è diventata la tv dei martiri, 8 i giornalisti morti, l’ultima è Yara Abbas, inviata ad Homs: “Volevano uccidere lei perché rappresentava la nostra tv, dice il direttore, una tv che racconta la verità su quanto sta accadendo in Siria. Yara prima di partire, aveva scritto nel suo diario ai suoi colleghi ‘Se vi ho fatto del male perdonatemi’ e un messaggio alla madre ‘ Se non torno sii felice, sarò morta per la resistenza’. Il direttore  si emoziona quando racconta, e con lui anche un giornalista di lungo corso come Talal Khrais, responsabile esteri di Assadakah, che mi accompagna. Il direttore continua a raccontare tv-siriana-1024x1024“Dopo la morte di Yara molti dei giornalisti della mia redazione hanno chiesto di andare ad Homs, erano pronti a sacrificare le proprie vite, ma ho detto loro che non volevo più martiri, non è questo il momento”. “Yara è stata uccisa con un colpo di pistola alla nuca, volevano chiudere la bocca alla nostra tv, si è trattato di un atto esemplare di un monito”. Il direttore ci fa vedere i filmati che ha raccolto in questi mesi, sono video di Jaidisti venuti in Siria da tutto il mondo, ceceni, afgani, pakistani, tedeschi, tunisini, belgi, americani, turchi, sauditi. Filmati orrendi, che ritraggono omicidi, verdetti sommari, un ceceno che taglia la testa ad un vescovo. Le scene sono scioccanti. “I miei giornalisti lavorano con pochi soldi, per difendere la Siria e la sua indipendenza e libertà, la loro guerra è fatta di reportage, filmati, informazione, senza filtri né mistificazioni, questa è la loro forma di resistenza contro i Salafiti e i talebani terroristi”. Il Direttore sferra un duro attacco ad Hamas: “Si sono macchiati di crimine orrendo hanno fornito armi ai ribelli facendosi pagare dal Qatar, questi sono i fratelli mussulmani?” Il Qatar finanzia qualsiasi iniziativa bellica e mediatica contro la Siria, è moltissimo il denaro messo a disposizione da questo stato per abbattere il Governo siriano. L’intervista si chiude con una dichiarazione che registriamo, si tratta di un messaggio rivolto all’Europa.

Raimondo Schiavone

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