HyQ, il cane robot nato in Italia
Confronto a un vero cane, ammettiamolo, fa una certa pena. Cammina in modo goffo, produce un rumore di fondo molesto e non si distingue per la velocità. Non possiede la testa e non ha neppure la coda che, si sa, per un cane è importantissima. Però il cane-robot messo a punto da un lavoro d’équipe del dipartimento di Advanced robotics di Darwin Caldwell e dell’Iit, l’Istituto italiano di tecnologia, ce la mette tutta per andare avanti senza fermarsi, superare gli ostacoli, non cadere dal tapis roulant. Insomma, per farsi benvolere dai suoi inventori. Che l’hanno chiamato HyQ, Hydraulic Quadruped e (nonostante il nome infelice) lo presentano in questi giorni a una conferenza di robotica americana a Saint Paul, Minnesota.
Che se ne fanno? Al momento lo mettono in mostra con tutte le sue caratteristiche: è fatto di alluminio, è lungo un metro e pesa 70 chilogrammi, e può raggiungere i due metri al secondo. Poi cercheranno di perfezionarlo, in modo da renderlo capace di adattarsi sempre meglio al terreno che incontra e di diventare più veloce nel suo cammino. L’idea, in futuro (ma neanche tanto lontano) è che il botolo robot assista l’uomo in situazioni pericolose: per esempio in edifici pericolanti o a rischio di esplosione, in ambienti contaminati come centrali nucleari o industrie chimiche. Allora, che sia bello o no, sicuramente lo apprezzeranno tutti.