Come i cani e i gatti…
La storia dell’unico rifugio per gatti di Reggio Calabria comincia con… un cane!
Un meticcio nemmeno tanto bello… anzi, piuttosto bruttino! Scacciato da tutti per le strade di una città in cui il randagismo non viene considerato per quello che è, una vergogna sociale, ma un fenomeno naturale e perfettamente accettabile. Una città in cui le istituzioni si voltano dall’altra parte pur in presenza di leggi che tutelano i randagi, ed i privati cittadini sembrano voler sfogare tutti i loro malumori e le loro
frustrazioni sugli animali di strada, arrivando a far loro del male in modo crudele ed ingiustificato.
In questa città, Daniela incontra Lillo, il cane di strada, decisamente bruttino,
al punto che, quando decide di adottarlo, la gente la deride per aver scelto quel “botolo” cicciotto e
pulcioso. Ma Daniela gli animali li ha sempre amati, fin da bambina, e all’aspetto esteriore non bada proprio.
Ha già alle spalle anni di lavoro sia presso un canile sia in uno studio veterinario, ma, certo, nemmeno lei
arriva a immaginare come quel botolo pulcioso le cambierà la vita il giorno in cui, durante una passeggiata, si presenterà con una busta di plastica in bocca. E, dentro la busta, dei gattini neonati, che qualcuno ha gettato via come spazzatura, evidentemente frutto della gravidanza indesiderata di una gatta di casa.
Perché a Reggio Calabria la cultura della sterilizzazione non esiste. Le istituzioni non hanno mai posto in essere una campagna in tal senso, ed i privati mai e poi mai spenderebbero del denaro per qualcosa che trovano sbagliato e innaturale. Salvo poi essere dispostissimi a uccidere o gettare via i cuccioli non desiderati.
Daniela, quei cuccioli, li porta a casa, li nutre e li salva… e da lì comincia tutto. Germoglia l’idea di creare qualcosa per gattini come quelli. Indesiderati e condannati a morte dalla cattiveria dell’ uomo…
E, a differenza degli enti che annegano nelle carte bollate, si muove immediatamente.
Da una parte, prendendo in affitto un appartamento in cui ospitare i piccoli salvati dalla strada, e dall’altra preoccupandosi di ripulire e rendere dignitosa una colonia vicino all’autostrada che, è vero, esiste da più di 30 anni su un terreno di proprietà della Provincia, ma di cui nessuno si occupa, ad eccezione di qualche vecchina che si limita a portare ai mici di strada un po’ di pasta avanzata.
Completamente ignorata dalle istituzioni a cui chiede aiuto, Daniela e pochissimi amici ripuliscono la colonia e la attrezzano dotandola di casette in cui i randagi possano rifugiarsi dal freddo e dalle intemperie.
Nascono così la Colonia del Gattonero e la Cat House. Realtà che, nutrite dall’ignoranza e dal menefreghismo della gente che continua ad abbandonare e non sterilizzare, crescono a dismisura nel giro di pochi mesi.
Tanto che la Cat House arriva ad ospitare 120 gatti, oltre quelli a cui, quotidianamente, viene trovata casa. Poi, all’improvviso, il sogno sembra infrangersi a causa di una terribile epidemia, che nel giro di pochi giorni uccide 64 cuccioli, troppo piccoli per essere vaccinati, ma evidentemente non troppo per essere abbandonati. Il dolore è immenso, fortissimo, la Cat House deve essere sgomberata… sembra tutto finito.
Ma Daniela ed i pochi che l’aiutano
non si danno per vinti. Si asciugano le
lacrime e, sempre senza l’aiuto di
alcuna istituzione, realizzano un nuovo rifugio.
La Cat Attic, in cui tenere in stallo i mici recuperati dalla strada in attesa di trovar loro una vera famiglia. Un posto in cui i piccoli possano essere sfamati, curati, coccolati, e si cominci a far capire loro che al mondo non esiste solo gente cattiva, ma anche persone che li amano, ed hanno a cuore il loro benessere.
Dalla Cat Attic, grazie ai canali multimediali, ad Internet, a Facebook, a Youtube, la storia di questi piccoli varca ogni giorno i confini della Calabria, e quotidianamente, da tutte le parti d’Italia giungono richieste di adozione, che vengono vagliate e considerate con la massima attenzione. Perché ogni ospite della Cat Attic è un membro della famiglia, e prima di far loro intraprendere un lungo viaggio si vuole essere più che sicuri del luogo in cui andranno a stare. Tutti i piccoli salvati dalla strada vengono vaccinati, sverminati, spulciati, sterilizzati se ne hanno l’età, visitati e curati per eventuali patologie. Tutti vengono nutriti ed accuditi nel migliore dei modi.
Nel frattempo, alla prima colonia se n’è aggiunta un’altra, poi un’altra ancora… fino ad arrivare a 17! Diciassette oasi nell’inferno in terra che sono, per i randagi, le strade di Reggio Calabria. Diciassette luoghi in cui portare ogni giorno cibo, carezze e persino l’acqua per permettere ai randagi di dissetarsi senza pericoli.
E questo, ancora, senza alcun aiuto da parte di nessuna istituzione. Nessuno che dia una mano a far fronte alle enormi spese che ogni giorno, implacabilmente, si accumulano.
Cibo, cure mediche, biglietti aerei per consentire ai gatti di raggiungere le loro nuove case.
Tutto è sulle spalle di Daniela e dei suoi pochi volontari animati dall’amore verso gli animali. Aiutati in questo esclusivamente dai privati che vengono a conoscenza della situazione tramite Internet e Facebook.
Aiuti che, purtroppo, non sono mai sufficienti, se si pensa che i mici ospitati alla Cat Attic sono attualmente oltre 200, a cui si aggiungono le 17 colonie e anche 3 cagnoloni, anche essi salvati dalla strada… e se si considerano le emergenze che quasi quotidianamente si presentano. Emergenze come i cuccioli di cane imprigionati sotto una fontana di cui ha parlato persino la stampa locale, ma dei quali , una volta salvati, si è dovuta occupare solo Daniela. Emergenza come i gatti affetti da gravi patologie che vengono mandati al Nord affinché abbiano qualche speranza di sopravvivere ed essere curati adeguatamente. Emergenze come le cicliche recidive di epidemie, che si cerca di debellare a forza di farmaci costosissimi. E come la primavera… la primavera che ogni anno porta con sé la sua dose di cucciolate. Tutte in strada, tutte a rischio epidemia… e di tutte si occupano sempre e solo Daniela ed i suoi pochissimi volontari.
La situazione a Reggio Calabria è grave e non accenna a migliorare. Manca la consapevolezza e, diciamocelo, manca un generale rispetto per gli animali che è, invece, diffuso in altre regioni d’Italia. I randagi non solo non vengono soccorsi né considerati, ma vengono avvelenati, vengono bruciati con l’acido, picchiati, gli sparano addirittura!! Al rifugio ci sono esempi di questi e di molti altri maltrattamenti… le colonie vengono vandalizzate giornalmente. Le casette per proteggere il cibo vengono rubate, il cibo gettato via. E non mancano né sono rari gli episodi in cui gli abitanti di un quartiere si riuniscono per minacciare ed aggredire Daniela ed i suoi volontari, arrivando a preannunciare l’avvelenamento dell’intera colonia se non si smette di portare il cibo.
Le leggi? Ci sono… ma restano sulla carta… mentre gli insulti, le minacce e gli atti di vandalismo sono purtroppo terribilmente concreti.
E tuttavia si è pronti ad affrontare anche questo, pur di portare soccorso a delle creature che non hanno scelto di nascere o diventare randagie… ed è avvilente pensare che, dove non arriva la malvagità fisica della gente, purtroppo può arrivare la
mancanza di mezzi economici. Ogni giorno si chiede aiuto via Internet, ed innumerevoli volte ci si è recati presso il Comune e la Provincia per chiedere l’uso di uno dei tanti stabili abbandonati ed in stato di degrado di proprietà pubblica, cosa che consentirebbe di aumentare il numero dei gatti salvati, realizzare una zona isolamento, mettere in sicurezza i mici troppo selvatici per stare al rifugio e tanto altro…
Ma, purtroppo, le istituzioni rimangono sorde, e gli aiuti della gente di buona volontà continuano ad essere una goccia in mezzo al mare…
Giustamente, molti preferiscono aiutare il proprio contesto locale, in quanto, come abbiamo detto, quella di Reggio Calabria è una realtà che non mostra il minimo interesse nei confronti dei randagi…
Non ci sono volontari, non ci sono aiuti, non c’è nemmeno comprensione.
Ci sono solo 2, a volte 3 persone, che si occupano di ogni cosa, dalle pulizie alle terapie, ai giri in colonia, alle catture, ai viaggi fino all’ aeroporto.
Il lavoro che in altre realtà viene svolto da 15 volontari qui viene fatto da 3.
La sola consolazione, la sola gioia, deriva dal guardare i musetti dei gatti che, grazie all’impegno e al lavoro massacrante, oggi sono in salvo al rifugio, e dalla consapevolezza che, dal 2009 sino ad oggi, sono stati fatti adottare più di 3000 fra cani e gatti. Anime sottratte alla strada e alla morte, a cui sono state regalate una speranza ed una famiglia.
Cani e gatti adesso felici che, tutti, devono la loro vita e la loro gioia a Daniela, ai suoi volontari, alle famiglie adottanti… e a Lillo, quel primo cagnolone di strada scacciato da tutti, che recentemente, purtroppo, è mancato, ma che resta la pietra miliare di questo grande sogno!
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