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Carenza di Potassio, efficaci ed economiche le patate bianche battono le banane

Carenza di Potassio, efficaci ed economiche le patate bianche battono le banane

Redazione

Il 97% degli americani non assume abbastanza potassio, elemento fondamentale per la funzionalità cardiaca e per molti altri circuiti metabolici, ma percentuali simili si ritrovano in tutti i paesi. Per questo spesso si suggeriscono supplementi e cibi arricchiti o alcuni tipi di vegetali come la banana, la frutta per eccellenza ricca in potassio quali fonti extra. Ma c’è un alimento reperibile ovunque che può fornire grandi quantitativi di potassio a un prezzo molto contenuto: la patata a pasta bianca.

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Il ruolo della patata bianca come possibile fonte di potassio è stato messo in risalto in un’analisi presentata dall’Alliance for Potato Research and Education (Apre), un’associazione nata da diverse università statunitensi con lo scopo di promuovere la ricerca su questo tubero al recente meeting Experimental Biology, e dovrebbe essere presto oggetto di una pubblicazione su Advances in Nutrition.
I numeri, in effetti, sembrano convincenti: per ogni kilocaloria di patata bianca consumata c’è un apporto di 1,6 milligrammi di potassio per chi ha più di 19 anni e di 1,7 milligrammi per bambini e adolescenti. Inoltre, le patate bianche sono del tutto prive di grassi saturi e colesterolo, e hanno pochissimo sodio (elemento che è assunto in eccesso da quasi tutta la popolazione dei paesi più ricchi). Anche le calorie fornite sono poche, se la cottura è adeguata: per esempio, 138 grammi di patate con la buccia cotte al forno (una ciotola piccola) forniscono 738 milligrammi di potassio e 128 calorie mentre una banana di medie dimensioni (da 136 grammi) dà un numero di calorie simile ma molto meno potassio: 487 milligrammi.

Lo stesso vale per le patate bianche senza buccia, nelle quali le concentrazioni cambiano molto ma non tanto da compromettere le

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qualità delle patate: 122 grammi di polpa al forno apportano 477 milligrammi di potassio, a riprova del fatto che il minerale è nella buccia, ma anche nella polpa.
Secondo dati recenti del National Health and Nutrition Examination Survey, negli Stati Uniti l’apporto di potassio è insufficiente in tutte le fasce d’età, e anche in Italia la situazione è analoga. I ricercatori dell’Università di Napoli Federico II, nell’ambito del Programma MINISAL-GIRCSI, hanno condotto un’analisi su oltre 2.200 persone di età compresa tra 35 e 79 anni provenienti da 12 diverse regioni italiane, determinando la concentrazione di potassio (e sodio) nelle urine delle 24 ore. I risultati hanno mostrato che l’escrezione media giornaliera è pari a 63 mmol/die e 55 mmol/die, rispettivamente, negli uomini e nelle donne. Si tratta di valori molto inferiori a quelli raccomandati dalle principali Linee Guida statunitensi ed europee (100 mmol/die) del 96% degli uomini e del 99% delle donne. Inoltre la presenza di sodio, in rapporto al potassio, è notevolmente superiore a quello considerato ottimale.
Oltre alla patate e alle banane, gli alimenti ricchi di potassio sono i finocchi, la frutta secca, i fagioli neri e in generale i legumi.

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Agnese Codignola “Il Fatto Alimentare”

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