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Anp: vietato investigare per i giornalisti palestinesi

Anp: vietato investigare per i giornalisti palestinesi

Redazione

Il caso del giornalista Yousef al-Shayab, arrestato la scorsa settimana, perche’ si e’ rifiutato di rivelare le fonti di un suo articolo nel quale riferisce di attivita’ dell’Anp di Abu Mazen volte a informare i servizi israeliani delle attivita’ di musulmani francesi.
Roma, 04 aprile 2012, Nena News (nella foto una manifestazione a Ramallah a sostegno di Yousef al Shayeb) -Sulla base di fonti tenute anonime, Yousef al-Shayeb ha scritto che la missione diplomatica in Francia dell’ANP è stata coinvolta nel reclutare gruppi di studenti per lo spionaggio di musulmani al fine di trasmettere informazioni ai servizi di sicurezza palestinesi e stranieri. Sostiene inoltre che il ministro degli Esteri dell’ANP, Riad Malki, ha aiutato a coprire il scandalo.

Al-Shayeb è stato imprigionato per la prima volta nel mese di gennaio, subito dopo la pubblicazione dell’articolo sul quotidiano giordano Al-Ghad. E’ stato interrogato per otto ore, durante le quali hanno chiesto di conoscere le sue fonti, ha detto Fadi Arouri, collega di al-Shayeb che lavora per l’agenzia di stampa Xinhua.

Ma al-Shayeb ha rifiutato di rivelare le sue fonti, insistendo sulla consueta protezione giornalistica. Poco dopo il rilascio, è stato licenziato dalla sua posizione al giornale Al-Ghad, ha detto Arouri.

Ma secondo Wafa, una agenzia di stampa allineata con l’ANP, lunedì è stato arrestato per altri due giorni e una corte dell’Autorità Palestinese giovedì ha esteso la sua custodia cautelare per altri 15 giorni, mentre vengono analizzate le accuse contro di lui di “calunnia” e “diffamazione”. Questo tempo sarà utilizzato per un ulteriore interrogatorio, ha detto Arouri.

“Un messaggio a tutti i giornalisti palestinesi”

Tale lungo periodo di carcerazione preventiva non è normale, ha detto Arouri. Si tratta di “un messaggio a tutti i giornalisti palestinesi”, ha dichiarato a Electronic Intifada. La concessione della libertà cauzionale nel corso degli accertamenti è più usuale, e ci sono stati molti casi simili intentati contro giornalisti palestinesi negli ultimi mesi, ha commentato Arouri.

Nel corso di un processo mercoledì, al-Shayeb ha detto che avrebbe iniziato lo sciopero della fame per protestare contro la sua detenzione, ha aggiunto Arouri. Giornalisti palestinesi hanno manifestato davanti al palazzo di giustizia a Ramallah in segno di protesta. E’ stata la terza manifestazione, ha dichiarato Arouri. I giornalisti stanno discutendo di un potenziale boicottaggio delle conferenze stampa e degli incontri dell’ANP mentre al-Shayeb è detenuto, ha aggiunto.

Osama Silwadi, un altro giornalista palestinese indipendente e fotografo, ha sottolineato l’ipocrisia della detenzione di un giornalista nella stessa settimana in cui l’ANP ha annunciato un nuovo annuale “Premio per la libertà di stampa” che si terrà a maggio. I giornalisti palestinesi e la loro unione ora fanno appello perché l’evento venga boicottato a causa del trattamento dell’Autorità Palestinese nei confronti di al-Shayeb.

“Se avevano qualcosa contro di lui potevano andare in tribunale e attendere l’esito senza metterlo in prigione o fargli pressione affinché rivelasse le sue fonti”, ha detto Silwadi a Electronic Intifada.

Silwadi è sulla sedia a rotelle da quando è stato colpito da un proiettile vagante che era stato sparato in aria, in una manifestazione di combattenti palestinesi il 7 ottobre 2006. Secondo Silwadi, “quell’uomo ha lasciato il carcere prima che io lasciassi l’ospedale”, mentre al-Shayeb è in carcere solo per qualcosa che ha scritto. Egli descrive questa repressione come “un messaggio a tutti i giornalisti affinchè smettano di scrivere.”

Le accuse di corruzione

Arouri ha detto che il caso “calunnia”, è stato intentato contro al-Shayeb congiuntamente a quello di Malki, il Ministero degli Esteri e l’ufficio di rappresentanza francese. Quest’ultimo sta chiedendo 6 milioni dollari ad al-Shayeb per “danni psicologici”, ha spiegato Arouri.

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L’articolo controverso ruota intorno alle accuse di corruzione e spionaggio nell’ufficio di rappresentanza dell’ANP in Francia. Safwat Ibraghit, l’ambasciatore imputato, è stato al centro delle accuse formulate dalle fonti anonime nell’articolo di al-Shayeb. L’articolo dipinge un quadro di corsa mafiosa dell’ambasciatore Ibraghit, che avrebbe tentato di esercitare il controllo su gruppi di studenti palestinesi a Parigi.

Zuheir al-Asari, un palestinese di Gerusalemme con la cittadinanza francese, mercoledì scorso ha lanciato un video indirizzato al presidente dell’ANP Mahmoud Abbas su YouTube, in cui ha riportato i lavori di al-Shayeb e fatto un appello per il suo rilascio.

Nel video, al-Asari parla di al-Shayeb e delle sue esperienze personali a Parigi da quando era a capo dell’Unione generale degli studenti palestinesi dieci anni fa. Egli mostra le foto di una ferita alla testa e di lividi sulla schiena, dicendo che Ibraghit lo assalì personalmente, e come risultato alla fine fu imprigionato per cinque mesi a Parigi.

Il Ministero degli Affari Esteri dell’ANP e la missione diplomatica in Francia non non hanno rilasciato alcun commento, e non hanno risposto alle nostre telefonate. Riad è Maliki è a Baghdad questa settimana per il vertice della Lega araba.

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